Il binge-watching: quando ci si abbuffa di serie tv per fuggire dalla realtà

Netflix, Amazon Prime Video, Infinity, in un futuro non lontano Disney Plus... 
Queste sono le più note piattaforme di streaming, oggi utilizzate da milioni di persone in tutto il mondo, appartenenti a fasce di età e culture anche molto diverse tra loro, ma accomunate tutte da una grande passione: quella per i film e le serie tv. 


Negli ultimi anni con l’avvento di Internet e dei servizi OnDemand, si è assistito infatti ad un drastico cambiamento nelle abitudini dei cinefili e anche degli spettatori occasionali: da una fruizione dei media tramite il maxi schermo di un cinema o dello schermo della tv, si è passati infatti all'utilizzo del computer. Un computer che spesso viene sfruttato in maniera continuativa, ripetuta nel tempo e che  in alcuni casi può trasformarsi in un vero e proprio oggetto di dipendenza.

Il DSM V, il manuale diagnostico di riferimento per i disturbi mentali,  utilizzato dai professionisti in ambito clinico e di ricerca, ha introdotto l’Internet Addiction Disorder (IAD), o disturbo da dipendenza da internet, secondo cui  "per una significativa quantità di tempo, le proprie energie psico-fisiche vengono spese per la rete, creando così delle lacune negli altri ambiti della vita quotidiana come quella personale, relazionale, scolastica, lavorativa, familiare ed affettiva, con comportamenti del tutto simili all’assuefazione, al bisogno impellente e alla comparsa di tolleranza, che avvengono anche  nell'utilizzo di sostanze.”

Ma senza dover per forza addentrarci nel patologico, possiamo riflettere su questo nuovo fenomeno sociale, quello dell’avvento e del grande successo ottenuto dai servizi di streaming, considerandolo in tutte le sue sfaccettature e cercando di comprendere i fattori e le conseguenze psicologiche ad esso collegati.

Lo streaming e i cambiamenti nelle relazioni sociali 

Innanzitutto è possibile riflettere su come l’utilizzo dei servizi OnDemand abbia condotto ad un’importante cambiamento nell’ambito dei rapporti sociali: se in passato i media cinematografici o le serie tv assumevano infatti la connotazione di esperienza di fruizione collettiva, fatta in gruppo, sotto forma di uscita al cinema o di incontro a casa del proprio migliore amico/a, oggi la visione della serie tv o del film su Netflix o simili avviene a casa propria, in solitudine, sul proprio divano o sul proprio letto, in compagnia solo del proprio pc. E’ inevitabile pensare a tal proposito come questo, soprattutto per soggetti più fragili e a rischio, può aumentare la probabilità di andare incontro a fenomeni di isolamento e ritiro sociale, e di conseguenza l'emergere di un vissuto depressivo. (Karmakar et al., 2015)

Il Binge watching e le conseguenze psicofisiche per l'individuo 

E ancora possiamo pensare ad un altro importante fenomeno connesso all’utilizzo di piattaforme quali Netflix: un passaggio da una programmazione diluita e scandita nel tempo ad una invece di immediata fruibilità.

In passato infatti le serie televisive venivano trasmesse con una cadenza settimanale che richiedeva all’osservatore un tempo di attesa, necessario anche per dedicarsi ad altre attività, quali scuola, lavoro, hobbies, interessi. La serie tv era quindi rappresentava per l’individuo un tempo specifico e ristretto della propria vita, un momento per rilassarsi, staccare dagli impegni della vita, distrarsi, ricaricarsi.

Oggi invece i servizi OnDemand offrono media fruibili in maniera immediata, veloce e continuativa: al momento dell'uscita della nuova serie il soggetto ha infatti la possibilità di visionare tutti gli episodi,  uno dopo l’altro, riuscendo in alcuni casi a smettere e ridurre il numero di ore trascorse davanti al pc con grande fatica. 

In questo senso si parla  del fenomeno del  binge watching, definito nel Dizionario Treccani come "la visione ininterrotta di una grande quantità di episodi appartenenti a una serie televisiva, che è interamente disponibile in rete o in cofanetti di dvd”: in pratica una vera abbuffata, molto spesso svolta dal soggetto nelle ore serali o notturne, con importanti effetti e conseguenze a livello psico-fisico.

In questo senso è possibile fare riferimento ad un’interessante ricerca di Exelmans e Van den Bulck (2017), che hanno osservato come il comportamento di binge watching si associ ad un’importante e significativa riduzione nella qualità e quantità di sonno, con conseguente sviluppo di insonnia e stanchezza diurna, che vanno a compromettere lo svolgimento delle normali attività scolastico-lavorative.  Nello specifico, secondo i due autori, la visione dei media in modalità binge, oltre a richiedere una grande quantità di tempo che il soggetto non utilizza per dormire e riposarsi, genera anche un altro effetto indiretto, un’elevata eccitazione cognitiva: sembra infatti che la struttura stessa della serie tv, fatta di cliffhanger, colpi di scena e finali a sorpresa coinvolga e trascini lo spettatore a tal punto da determinare una  un’elevata sovraeccitazione neuronale, che prosegue per molto tempo anche dopo la visione, con una conseguente compromissione della capacità di addormentarsi. 


Il fenomeno del binge watching come  dipendenza 

E ancora, altri studi sul tema, hanno evidenziato come la visione di film o serie tv, può in alcuni casi, soprattutto in soggetti più a rischio,  trasformarsi in una vera e propria dipendenza, simile a quella per le sostanze, con la comparsa di fenomeni di craving, ossia desiderio improvviso e incontrollabile di mettere in atto il comportamento, perdita di controllo, difficoltà a smettere, perdita di interesse per altre alltvità: tutti fenomeni che insieme possono condurre a importanti implicazioni sul piano psico-fisico per l’individuo, come perdita di funzionalità lavorativa e sociale, isolamento e ancora sviluppo di disturbi alimentari quali obesità e vissuti depressivi. ( Sussman et al., 2013)

            
Il post-binge watching blues- la fine di una serie 

E ancora, un altro fenomeno da considerare relativamente a questa tematica, riguarda il post-binge watching blues, ossia la depressione da fine serie, che interessa l’individuo dopo la visione dell’ultima puntata della sua serie preferita e si manifesta con sentimenti di perdita, vuoto, abbandono, irrequietezza e angoscia, simili a quelli sperimentati dopo la fine di una relazione significativa. Secondo il sociologo americano Joshua  Meyrowitz (1994), infatti la grande quantità di tempo trascorso nella visione della serie tv fa sì che il soggetto non solo si immedesimi nei personaggi, ma riesca ad addentrarsi in profondità nelle loro storie, nelle loro vicende di vita, nei loro successi e fallimenti, finendo per percepirli come persone reali, amici, conoscenti, parte integrante della propria vita a cui dedicare tempo, attenzioni, pensieri e affetto. 

Riflessioni sul fenomeno del  binge-watching: una fuga dalla realtà 


Partendo da questo ultimo aspetto possiamo forse arrivare ad una nuova comprensione del grande successo delle piattaforme di streaming: in una società individualistica come quella attuale, che richiede all’uomo di produrre e pensare a discapito del sentire, dove non è possibile riconoscere ed esprimere le proprie emozioni, dove il soggetto è portato a dover superare sempre nuove sfide, far fronte a nuove richieste, dare sempre il meglio, sempre di più, occorre a volte fuggire… Scappare dalla realtà, da se stessi, dalle proprie insicurezze e fragilità, dalle proprie responsabilità, per tuffarsi in un mondo parallelo e immaginario dove i protagonisti, simili a noi, riescono a raggiungere i propri obiettivi, realizzare i propri sogni, superare le proprie difficoltà.








E così in questa sorta di oblio e fuga dalla realtà, gioiamo quando il Professore e i suoi ragazzi nella Casa di Carta riescono a derubare la Zecca di Stato Spagnola, o ci emozioniamo per la storia d’amore tra Meredith e Derek in Grey’s Anatomy…


Questi personaggi diventano quindi una nostra proiezione: si emozionano, sentono, sperimentano la vita in pienezza al posto nostro e noi tramite essi dimentichiamo per un po’ la nostra grigia quotidianità… Con un grande rischio… Quello di perdere la capacità di assaporare tutti i colori della realtà…  


Dott.ssa Eleonora Capriotti 


BIBLIOGRAFIA: 

- A.P.A., American Psychiatric Association, (2013), Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders (DSM-5), American Psychiatric Press Washington DC; edizione italiana a c. di BIONDI M., (2014), Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, Cortina editore, Milano;

-Exelmans, L., & Van den Bulck, J. (2017). Binge Viewing, Sleep, and the Role of Pre-Sleep Arousal. Journal of Clinical Sleep Medicine, 13(8), 1001–1008;

Karmakar M. et al. (2015), Viewing Patterns and Addiction to Television among Adults Who Self-Identify as Binge-Watchers. Paper presented at the 143rd annual meeting and exposition of the American Public Health Association;

-Meyrowitz J. ,“The Life and Death of Media Friends: New Genres of Intimacy and Mourning” In: American Heroes in a Media Age, Ed. Susan Drucker and Robert Cathcart, 1994;

-Sussmann S,, & Moran M. B. (2013), Hidden addiction: Television. Journal of Behavioral Addictions 2(3):131-149.









    

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