STAI NEL PUNTO: supporto psicologico breve per dare significato ai blocchi interiori

 

STAI NEL PUNTO: percorso di supporto psicologico breve per dare spazio e significato ai blocchi interiori



A.     NOME DEL PERCORSO: “STAI NEL PUNTO” à il nome nasce dall’esigenza di veicolare il messaggio che questo percorso non vuole promuovere delle soluzioni immediate o tantomeno forzare nell’individuo un cambiamento. Al contrario, vuole rappresentare l’accompagnamento a sostare nel proprio punto di blocco, così da poterne comprendere l’origine e la funzione e, solo successivamente, immaginare un possibile movimento da esso e con esso: 

  COSA VUOLE RACCONTARCI DI NOI IL NOSTRO BLOCCO? 

 DA COSA CI STA PROTEGGENDO? 

  QUALI EMOZIONI, PENSIERI O PAURE TIENE IN SOSPESO?

B.      OBIETTIVO DEL PERCORSO: Questo percorso di supporto psicologico breve, nasce con l’intento di offrire uno spazio di riflessione e orientamento clinico a persone che vivono una fase di stallo, blocco, insoddisfazione o di indecisione rispetto al proprio percorso di vita personale o professionale. L’intento è quello di aiutare le persone a:
           1. riconoscere i meccanismi psicologici che alimentano il blocco (come pensieri disfunzionali,  vissuti emotivi non elaborati, schemi interiori rigidi);

2. esplorare il significato personale del proprio obiettivo;

3. comprendere cosa il blocco sta comunicando: da cosa ci protegge? Di cosa ci vuole parlare?

4. promuovere il senso di autoefficacia, attraverso la riattivazione delle proprie risorse interne e la scoperta di nuove direzioni possibili;

5. offrire uno spazio psicologico protetto, in cui il cambiamento possa cominciare a essere pensato, prima ancora che realizzato.

 

C.      TARGET:

È indicato per professionisti, giovani adulti, universitari o lavoratori che vivono situazioni come:

-          procrastinazione cronica (es. posticipazione continua di esami, colloqui, decisioni importanti);

-          perfezionismo bloccante (es. “se non studio perfettamente ogni singola pagina del manuale, allora meglio non presentarsi all’esame”);

-          difficoltà nel prendere decisioni (es. paura di cambiare lavoro, anche se quello attuale non è soddisfacente);

-          disorientamento universitario o professionale (mancanza di direzione, senso di smarrimento, rallentamento nel percorso di studi);

-          vissuti di autosvalutazione (“Gli altri ci riescono, io no”, “Non valgo abbastanza”, “Non ha senso provarci”);

-          perdita di motivazione o senso di vuoto (es. “vorrei cambiare città, ma non ci riesco”).

 

D.     Struttura del percorso (3 incontri)

1. Primo incontro - ascolto e comprensione della richiesta

  • Accoglienza e ascolto della richiesta portata dalla persona (es. “Non riesco a licenziarmi”, “Non riesco a studiare”, “Vorrei cambiare lavoro, ma ho paura di sbagliare”, “Voglio cambiare città, ma non penso di avere il coraggio per farlo”).
  • Individuazione dell’obiettivo desiderato e di tutta la serie di vissuti emotivi che si porta dietro la persona (frustrazione, ansia, vergogna, senso di colpa, ecc.).
  • Prime ipotesi sui blocchi interni: perfezionismo, procrastinazione, paura del fallimento, credenze limitanti (“non sono capace”, “non ce la farò”, “non merito di più”).

2. Secondo incontro Gioco La Route

  • Utilizzo della La Route ideata da Angel Briones Barco (strumento esperienziale che lavora sulla metafora del viaggio per potenziare nella persona la riflessione, l’orientamento verso l’obiettivo e empowerment personale), come mezzo che facilita il processo di:
    • Visualizzazione del proprio percorso personale verso l’obiettivo;
    • Riconoscimento degli ostacoli e delle proprie risorse interne;
    • Connessione con i propri bisogni, valori e motivazioni interne.

·       Rielaborazione guidata di quanto emerso durante l'esperienza: coerenza e senso dell’obiettivo, nuove prospettive, ostacoli percepiti e risorse inattese.

 

3.      Terzo incontro Restituzione e piano di cambiamento

  • Restituzione di quanto emerso durante i primi due incontri (valutare se dare alla persona anche una restituzione cartacea es. relazione rispetto a quanto emerso);
  • Condivisione di nuove consapevolezze: quali sono i blocchi reali e da dove derivano (esperienze passate? ansia? educazione? standard troppo alti?);
  • Elaborazione di un piano di cambiamento concreto e sostenibile, in linea con i tempi e le risorse della persona.

 

 Contatti: Dott.ssa Federica Agrello - 320.53.97.870

 

 

Commenti

Post popolari in questo blog

Workaholism. Ubriacatura da lavoro

Philofobia: la paura di amare

P̲s̲i̲c̲o̲-̲S̲o̲F̲à̲:̲ ̲I̲l̲ ̲s̲a̲l̲o̲t̲t̲o̲ ̲p̲s̲i̲c̲o̲l̲o̲g̲i̲c̲o̲ ̲d̲i̲ ̲I̲n̲O̲l̲t̲r̲e̲